Quarta di copertina
Nella vasta e multiforme produzione della statunitense Edith Wharton (1862-1937), prima donna insignita del Premio Pulitzer per il suo l’Età dell’innocenza (1920), il breve romanzo Estate occupa un posto particolare: tra i preferiti dell’autrice stessa, si scontrò, al suo apparire nel 1917, con lo scalpore suscitato dai temi che ne intessono la trama, considerati scabrosi e provocatori per i contemporanei, tanto che il romanzo subì una sorta di oscuramento fino alla sua riscoperta negli anni Sessanta.
A differenza delle sue opere più note, ambientate nell’upper class newyorkese di cui Wharton faceva parte e della quale è acuta osservatrice, oltre che brillante e ironica cronista, Estate narra la vicenda di Charity, una ragazza di umili origini che, nel rurale New England, si scontra con i limiti che le convenzioni sociali e di genere impongono allo sbocciare del suo desiderio e alla sua affermazione come donna libera e padrona del proprio destino.
Impareggiabile nella raffinata indagine psicologica dei suoi personaggi, la scrittura di Wharton si focalizza, anche in questo romanzo, su quello che è il tema centrale dell’opera della scrittrice e poetessa statunitense, ossia il conflitto tra aspirazioni e desideri individuali e il contesto sociale di appartenenza, sia questo quello degli scintillanti salotti newyorkesi del primo Novecento (come in La casa della gioia e l’Età dell’innocenza) o delle sonnolente cittadine del rurale Massachusetts (Ethan Frome e Estate).
La stessa vicenda biografica dell’autrice sembra incarnare quell’istinto di infrangere le convenzioni del proprio ambiente che anima molte delle sue eroine: nata nel 1862 da antica e ricchissima famiglia newyorkese, Edith Newbold Jones sposa nel 1885 il banchiere Edward Wharton, dal quale si separa nel 1907, maturando la decisione di trasferirsi a Parigi, dove, a contatto con i maggiori esponenti degli ambienti artistici e letterari del tempo, sboccia la sua nuova vita di scrittrice. Incoraggiata soprattutto da Henry James, con cui intesse un profondo rapporto di scambio intellettuale, nel 1902, all’età di quarant’anni, pubblica il suo primo romanzo, The Valley of Decision, cui seguono i suoi capolavori: nel 1905 La casa della gioia, nel 1911 Ethan Frome e nel 1920 L’età dell’innocenza, che le vale il premio Pulitzer.
Perfetta sintesi tra la schiettezza disincantata del realismo americano di fine Ottocento e la sensibilità estetizzante della letteratura francese di inizio secolo, precorritrice di temi e istanze che prenderanno piede molti anni dopo, l’opera di Wharton appare, ancora - e forse soprattutto - oggi, come una delle voci più raffinate e originali del Novecento letterario.
Biografia dell'autore
Nata Edith Newbold Jones, era discendente di un'antica e ricca famiglia diNew York, i Newbold Jones. Unica figlia di George Frederic Jones e di Lucretia Stevens Rhinelander, Edith Newbold Jones nacque a New York, e trascorse i primi anni tra Manhattane e Newport. Non frequentò alcuna scuola pubblica, studiando privatamente e concentrandosi sui grandi autori del passato.
Nel 1885 sposò il banchiere Edward Robbins Wharton, il quale già dopo pochi anni iniziò a presentare segni di gravi disturbi mentali. Il rapporto tra i due si allentò sino a divenire una separazione di fatto; nel 1907 abbandonò gli Stati Uniti, trasferendosi definitivamente in Francia, dove rimase fino alla morte. Divorziò formalmente nel 1913, mantenendo però il cognome del marito.
In quegli anni conobbe lo scrittore Henry James, del quale divenne ottima amica e confidente, e che la spronò a seguire la carriera letteraria. La maggior parte della sua copiosa produzione tematizza il problema del rapporto tra il singolo e il suo gruppo sociale di appartenenza, e in particolare il problema della "rottura delle convenzioni sociali". Cresciuta in un ambiente altamente elitario e rigidamente conservatore, come quello della cosiddetta "aristocrazia del denaro" dell'altissima società di New York (detta anche "l'aristocrazia dei Quattrocento"), Wharton cercò di rielaborare i temi legati alla forte chiusura sociale di tale ambiente in molte delle sue opere più importanti.
Nel 1902 venne pubblicato il suo primo romanzo, The Valley of Decision, ambientato nell'Italia del XVIII secolo, a cui fecero seguito molti altri romanzi e racconti. Nel 1911 pubblica Ethan Frome, un romanzo breve considerato da molta parte della critica come la sua opera più riuscita. Nel 1914, quando la Germania dichiara guerra alla Francia, Edith Wharton crea dei laboratori per le lavoratrici disoccupate e prive di assistenza. In Inghilterra nel momento della battaglia della Marna riesce a rientrare in Francia solo in settembre. Qui promuove gli "ostelli americani per rifugiati" una iniziativa che le varrà la Legion d'onore del governo francese (1916).
La sua opera più nota è l'Età dell'innocenza (1920), ambientato nell'alta società newyorkese degli anni settanta del XIX secolo, di cui ben tratteggia caratteristiche, limiti e contraddizioni. Con questo romanzo vinse il premio Pulitzer nel 1921, prima donna a riceverlo dalla sua istituzione.
Nel corso degli anni venti e trenta pubblicò altri romanzi e raccolte di racconti (tra cui la Tetralogia di New York, 1924). Nel 1937 pubblicò Ghosts, una celebre raccolta di racconti sui fantasmi, in parte ispirata agli scritti di narrativa fantastica del suo amico e maestro Henry James. Morì lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo Bucanieri (The Buccaneers).